domenica 4 giugno 2017

Da Herrera al Trap, da Mancini a Mou a… Spalletti?

'Da Herrera al Trap, da Mancini a Mou a... Spalletti?' Una profonda e dettagliata analisi tecnico-tattica sull'allenatore Luciano Spalletti (foto: liberoquotidiano.it) del nostro Luciano Da Vite e basata sull'intervista che il mister ha rilasciato lunedì scorso al giornalista Daniele Lo Monaco a la trasmissione 'La partita perfetta'.

Non è ancora ufficiale che Spalletti sarà il nuovo allenatore, incaricato di risollevare la squadra dopo troppe  stagioni di mediocrità desolante.

Tuttavia il mister di Certaldo suscita grande interesse e curiosità nei tifosi interisti, proprio perché la sopportazione è al culmine e la  speranza si alimenta con qualsiasi segnale di novità.

Nel nostro caso le novità in casa Inter sono molteplici e tutte sulla carta molto positive.

La nuova proprietà si è insediata ormai da mesi e ha al suo attivo esperienze importanti (anche quelle negative sono infatti formative).

La stessa proprietà sembra poter finalmente mettere una liquidità consistente per il  rafforzamento della squadra, in ossequio alle grandi ambizioni conclamate.

Si cominciano a vedere i primi segnali di un cambiamento importante.

Tutti avevamo richiesto la formazione di una linea di comando forte autorevole competente.

Se, come sembra, l'AD (in pratica il ministro delle finanze) sarà lo stesso figlio del proprietario, ci sarà la possibilità di agire con maggiore tempestività sul mercato.

Il direttore, anche se nominalmente non sarà questo il suo incarico, cioè Sabatini, è a detta di quasi tutti il più forte che ci fosse in circolazione, almeno in Italia.

Resta Ausilio (per il momento?) come suo collaboratore, cioè alquanto ridimensionato.

Ausilio è odiato da molti perché ritenuto il responsabile di quella “corrente italiana” interna alla società, che avrebbe fatto la guerra alle aperture “internazionali” della nuova proprietà.

Personalmente non credo minimamente a questa ricostruzione delle vicende societarie, ma in ogni caso il ridimensionamento di Ausilio dovrebbe fare piacere, anche se un piacere incompleto, pure  a chi voleva la sua testa.

Se infatti pochi credono a queste ricostruzioni fantasiose, molti imputano ad Ausilio la colpa di aver condotto mercati negativi.

Che i mercati siano stati negativi lo penso anch'io, altrimenti ci troveremmo in una condizione tecnica migliore.

Tuttavia da parte mia ritengo si debbano considerare anche le condizioni dell'operare, le difficoltà che ho elencato più volte.

Questo non per esprimere un parere positivo, ma per non avere una posizione da tifoso fazioso invece che da osservatore scrupoloso anche se esterno alle vicende da interpretare.

Sono stati commessi tanti errori forse solo in parte evitabili, ma qualche giocatore buono in rosa ora l'abbiamo e non credo che sia opera dello Spirito Santo.

Per ragioni di opportunità generale avrei preferito la sostituzione anche di Ausilio, ma personalmente credo che la soluzione adottata, forse interlocutoria, sia comunque un passo avanti.

Anche perché so assolutamente per certo che lo stesso Ausilio è contento di lavorare con Sabatini, pur in una situazione di ridimensionamento, perché sa di essere molto stimato dall'ex direttore romanista, che qualche anno fa lo aveva già cercato come collaboratore.

Del resto non credo che Sabatini avrebbe accettato di venire, con un direttore comunque in carica che lui considerasse ostile o incapace.

L'ultimo anello della catena di comando quasi totalmente nuova sarà quasi certamente Spalletti, allenatore scelto e apprezzato personalmente da Sabatini (anche se non so se fosse proprio la prima scelta), sul quale dovrebbe esserci il consenso di tutti.

In attesa di vedere all'opera la proprietà sulle elargizioni finanziarie, l'AD sulla tempestività degli interventi esecutivi, gli uomini mercato sulle loro scelte decisive, l'attenzione dei tifosi si rivolge giustamente su Spalletti e la curiosità di conoscerne metodi di lavoro e “visione del calcio” è vivissima.

Questo perché sui risultati ottenuti dal nuovo mister si sa tutto e i tifosi interisti al solito sono divisi: chi ricorda le vittorie in Russia e gli ottimi piazzamenti con la Roma e chi invece preferisce puntare l'accento sul fatto che... i secondi o terzi posti comunque non sono vittorie.

La filosofia di gioco dell'allenatore (anzi: di gestione della squadra) comunque intriga.

E noi abbiamo la fortuna di trovarci di fronte a un mister che, caso abbastanza raro almeno in Italia, non esita a esprimere pubblicamente i suoi concetti base.

L'intervista rilasciata a Lo Monaco di Sportitalia  nella trasmissione “La partita perfetta” è una vera miniera di informazioni per il tifoso assetato di novità positive.

Di qui la mia idea (anzi l'idea di altri che io provo a raccogliere) di riportare i passaggi più significativi provando a commentarli.

Commentarli non vuol dire giudicarli, a scanso di equivoci, perché sarebbe una situazione più che assurda, esilarante.

Commentarli vuol dire esprimere delle modeste opinioni da tifoso, in parte anche governato da preconcetti proprio di un substrato culturale (in senso calcistico) consolidatosi attraverso una frequentazione ravvicinata dei campi di gioco, che dura da moltissimi decenni.

LA PARTITA PERFETTA

La prima affermazione importante, anche in chiave Inter, di Spalletti mi sembra questa:
“Sono venuto perché la Roma era in un brutto momento e io volevo creare i presupposti per (Ndr. Rimettere in carreggiata?) una squadra importante come la Roma.”

E di seguito rispondendo all'obiezione per la quale ancora una volta la sua Roma non aveva vinto:
“Non abbiamo vinto, è vero, ma chi vuole intendere questo secondo posto come una sconfitta, deve sapere che abbiamo lavorato tantissimi anni per ottenere la 'sconfitta' di ieri.”

Concetti pro domo sua, certamente, ma anche molto credibili e che devono far riflettere.

I miracoli di Conte al primo anno della juve, sono appunto miracoli, anche se molto umani.

Si chiamano società egemone, arbitri asserviti – ricordate come hanno sottratto lo scudo al Milan, nello scontro diretto? - preparatore atletico con relazioni discutibili, compiacenza di alcune “avversarie”, appoggi politici, disinvoltura in alcune manovre finanziarie e, questo è certo, anche abilità degli uomini mercato e di chi ha gestito la squadra.

Ma ci sono volute tutte queste cose insieme in un mix irripetibile per noi.

Noi abbiamo avuto un mister che lavorando fra mille difficoltà di ogni tipo ha preso un'Inter alla deriva e l'ha portata al quarto posto in un anno e mezzo...

L'abbiamo massacrato.

La successiva affermazione interessante è stata questa:
“Il Napoli fa un calcio da paradiso. Fraseggio, qualità tecnica in velocità, capire quando venire tra le linee o andare dietro la linea difensiva, quando sei riuscito a creare un buco per infilarti.”

Sottolineo tre espressioni chiave: fraseggio,  qualità tecnica in velocità, intelligenza calcistica.

Sembra di capire che queste saranno alcune delle caratteristiche richieste ai nuovi arrivi, anche se la capacità di capire il posizionamento migliore e i tempi giusti si possono anche parzialmente insegnare (ma la velocità necessaria ad attuarlo un po' meno).

Sulle sue preferenze di modulo:
“Mi piace il 4231 ma devi valutare le condizioni generali, le qualità dei giocatori che riesci a capire in profondità solo allenandoli, la condizione mentale in quel momento.”

Spalletti poi ricorda che da questo punto di vista non c'è nulla di nuovo: si gioca sempre in undici, è un gioco di movimento... Ricorda come già le squadre di 50 anni fa giocassero con una difesa a 4 sulla carta, perché poi c'era un terzino (di solito il sinistro) di spinta e un tornante (di solito il destro) che arretrava. Quando il terzino spingeva, il tornante arretrava almeno sulla linea mediana e il terzino destro marcatore stringeva al centro formando una linea a tre...

Senza bisogno di spingersi sino a Burgnich e Facchetti, basterà ricordare l'Inter del Trap, con Brehme che faceva quasi l'ala, Bianchi che riequilibrava sull'altra fascia e Bergomi che andava stringendo per formare il trio di marcatori con Mandorlini e Ferri.

Così la linea difensiva era a volte a quattro, quando Brehme stava in posizione; a volte  a tre, quando Brehme spingeva e Bianchi rinculava senza arrivare alla linea dei terzini; a volte a 5 quando sia Bianche che Brehme erano allineati ai difensori.

Dunque non è tanto di numeri che si discute oggi seriamente.

Il problema semmai è costituito dalle distanze e dal posizionamento delle linee e dalla capacità degli interpreti di svolgere il compito assegnato in modo tempestivo ed efficace.

Quando subentri, dice Spalletti, devi dare subito la sterzata:
“A livello psicologico la squadra deve sentire subito il cambiamento.”

Nel suo caso specifico, a stagione in corso ha dovuto imporre soluzioni che magari, sembra di capire, non erano le sue ideali, ma tenevano conto della realtà contingente.

Il mister ha così proceduto dopo:
“Una sintesi dei giocatori che stavano meglio, a provare una soluzione con punte mobili che non davano punti di riferimento e che erano brave a venire a fare superiorità nella gestione della palla.”

Questo ha voluto dire tenere la squadra abbastanza corta, accentuare il palleggio, creare più densità in mezzo.
“Quest'anno invece – ha aggiunto – la squadra è un po' più lunga. Non è né una soluzione migliore, né una peggiore. Dipende dai giocatori. E’ chiaro che l'allungarla un po' di più è dipeso dalle caratteristiche della prima punta. Dello 'striker'.

"Questo
(Ndr. Cambiamento.) ha chiaramente favorito Dzeko. Anche se ha tolto un po' di densità attorno alla palla.

"Allungandola si hanno più soluzioni offensive, ma diminuisci la densità attorno alla palla, cosa che il Napoli ha ritrovato schierando Mertens
(Ndr. Tornante di origine.) come punta centrale. Per allungare la squadra avversaria  un attaccante viene dietro e l'altro va lungo.”

Questa considerazione è importante anche in prospettiva Inter e Icardi, ma ne riparleremo più avanti quando Spalletti racconta i miglioramenti di Dzeko.

Dopo aver spiegato le abitudini relative ai video tattici che mostra regolarmente ai suoi giocatori, Spalletti si dedica poi ad analizzare i comportamenti di squadra nelle situazioni di attacco alla difesa schierata.
(Ndr. In queste situazioni.) Si lavora sui tempi, i giocatori vengono tutti in trequarti e non si fanno risucchiare dalla fase difensiva avversaria… Quando sono marcati devono venire incontro, quando sono venuti troppo corti, uno va lungo, uno viene indietro per allungare la squadra avversaria.”

Viene mostrata una situazione in cui El Shaarawy con un taglio dietro le linee ruba il tempo alla difesa avversaria, su una palla “trasversa” giocata di prima.

L'intervistatore gli dice: “Questo è il tuo marchio di fabbrica”.

E Spalletti, dimostrando grande onestà intellettuale:
“È il marchio di fabbrica di tutti, perché tutti si lavora sui tempi.

"La linea difensiva è in difficoltà a fare il fuori gioco sull'attacco allo spazio portato in tempi giusti. Possono essere bravi quanto ti pare, ma è una questione di centimetri (Ndr. E quindi a volte ti va bene e a volte ti va male.)."

Affermazione sacrosanta. L'attacco alla difesa schierata in linea, con l'imbucata e il taglio dell'attaccante, è una giocata che si insegna persino in tutte le categorie giovanili, da parte di tutti gli allenatori.

Poi naturalmente bisogna farsi ascoltare e  i giocatori devono avere le qualità tecniche e mentali per realizzare la giocata.

Spalletti cita il caso di Totti (e di altri) che sanno dare la palla senza guardare, dice che questo non si può pretendere da tutti, ma sarebbe fondamentale perché, se lui guarda, il compagno capisce che deve partire, ma lo capisce anche la difesa.

Fondamentale è comunque ridurre al massimo il numero dei tocchi, perché l'avversario da come sposti la palla capisce la tua intenzione.

Il taglio può avvenire sia dietro le spalle del terzino, sia tra centrale e terzino.

Interessantissimo l'esame della stessa situazione da un punto di vista difensivo:
“Quando la palla è a un metro dall'impatto con il piede, il difensore deve essere già girato per la scappata. Fondamentale l'impostazione, la postura delle gambe: la punta dei piedi deve essere già rivolta alla linea laterale, non alla metà campo altrimenti devi compiere una rotazione completa e non ci arrivi mai.”

Anche questo concetto, apparentemente molto specialistico, viene insegnato assolutamente a ogni ragazzo del vivaio, sin da piccolo.

Ancora una volta, conta la velocità di preparazione ed esecuzione.

Prosegue Spalletti:
“Di solito non c'è uno che grida e comanda la linea difensiva, devono parlare tutti, però poi diventa difficile tenerli allineati.”

Nel caso dei suoi difensori, a Roma:
“Rudiger e Manolas possono anche recuperare un paio di metri, Fazio no.

“Comunque il primo gol (Ndr. Subito.) di ieri dimostra che non siamo allenati benissimo perché abbiamo avuto, se si possono chiamare così, delle complicazioni. Quel ritardo di non aver potuto lavorare con tutta la linea difensiva nel periodo estivo della preparazione.

"Fondamentali i 20 giorni minimo di lavoro estivo. C’è da lavorare e poi da recuperare. Nei recuperi stai in campo a fare quelle cose particolari per questa intesa, dove non fai fatica fisicamente, ma lavori sulla compattezza di reparto

"Quando perdi quei giorni di lavoro poi è difficile recuperare. Poi noi molto spesso abbiamo giocato anche la partita infrasettimanale.“

Questa parte del discorso del mister è fondamentale per comprendere l’andamento della stagione nerazzurra, naturalmente se si vogliono capire a fondo le situazioni, evitando le facili scorciatoie del “bastardi”, “andate a lavorare”.

La preparazione estiva è stata programmata male, con impegni che non hanno consentito un lavoro continuo e completo.

Situazione aggravata dall’incompletezza della rosa.

Un Mancini scontento e forse un po’ demotivato non ha trasmesso, inoltre, in questa fase tutta l’autorevolezza e la carica necessaria.

Il risultato è stato che nel momento dell’arrivo di FDB, l’olandese si è trovato proprio nella situazione più negativa descritta da Spalletti.

Ha dovuto lavorare sulla quantità per dare la scossa e fare risultati subito.

FDB aveva quasi sempre da disputare la partita infrasettimanale e non ha avuto modo di recuperare a fondo il lavoro tattico.

Poi può anche essere che non abbia convinto a fondo i giocatori, della cui professionalità personalmente sono certo, ma se l’entusiasmo (che è un’altra cosa dall’impegno) non c’è, nessuno te lo può dare.

Anche Pioli ha risentito di queste situazioni, ma soprattutto del fatto che ad ogni cambio di allenatore (3 senza contare Vecchi) è stato necessario rimescolare le carte, partire con altre idee e sceglier giocatori cardine spesso diversi.

Il crollo finale ha avuto diverse motivazioni concomitanti, ma in questa sede è sufficiente notare come l’iter stagionale abbia un po’ condizionato l’annata.

Lasciatemi anche dire che la storia dei giocatori che in allenamento non lavoravano non mi ha mai convinto.

Magari lavoravano senza entusiasmo, senza convinzione assoluta. Può essere.

Ma gli allenamenti erano seguiti da tutto lo staff tecnico e dai principali dirigenti.

Davvero si può credere che tutte queste persone abbiano subito supinamente il presunto menefreghismo dei giocatori?

Comunque su queste cose ognuno resta del suo parere.

A me premeva solo segnalare l’importanza attribuita da Spalletti alla preparazione estiva al completo (un monito per i nostri uomini mercato) e per la continuità del lavoro tecnico

Nell’intervista si passa poi a parlare di Dzeko, il cui rendimento si è trasformato rispetto alla stagione precedente.

Spalletti si prende una parte delle responsabilità  per il passato, avendo dovuto fare delle scelte che non favorivano il giocatore:
“Succede che per esaltare una situazione (Ndr. Tecnico-tattica.) si finisce necessariamente per appiattirne un’altra.

"Allora tu prendi delle posizioni perché siano possibilmente prese in considerazione tutte le situazioni della squadra nel suo complesso. Perché tu allenatore hai ovviamente bisogno di più soluzioni...

"Lui (Ndr. Dzeko.) l'anno scorso si è sentito in qualche maniera schiacciato.

"Sono situazioni che si verificano all'interno di uno spogliatoio.

"È stata una situazione che poi io ho in qualche maniera, senza volere, peggiorato, perché quando sono arrivato lui era quello che stava peggio sul piano psicologico e io ho fatto delle scelte diverse."

In sintesi dunque Spalletti riconosce di aver trovato uno Dzeko depresso e che per dare subito una svolta alla situazione, ha fatto scelte che non aiutavano il giocatore.
"C'avevo da palleggiare, da fraseggiare e da comandare il gioco. Gli altri giocatori erano più adatti per questo tipo di gioco e per il momento che stavamo attraversando."

Invece quest’anno il mister ha fatto delle scelte diverse e ha stretto un patto con il giocatore dicendogli:
“'Io ho bisogno dello 'striker', ma tu devi stare con me. Devi stare dalla mia parte."

Venendone ricompensato.

A questo punto, in chiave Icardi, si deve tornare ai concetti espressi da Spalletti in precedenza sull’evoluzione del suo gioco nell’ultimo anno.

Appena arrivato ha dovuto scegliere una soluzione di gioco fondata sulle caratteristiche di chi stava meglio, quindi sacrificando un po’ Dzeko.

Riproduco la sua affermazione precedente:
"Allora abbiamo adottato una soluzione con punte mobili che non davano punti di riferimento e che erano brave a venire a fare superiorità nella gestione della palla.

"Questo ha voluto dire tenere la squadra abbastanza corta, accentuare il palleggio, creare più densità in mezzo.”

E Dzeko era chiaramente a disagio con questo tipo di gioco.

La domanda è: lo sarebbe anche Icardi? A ciascun amico lettore la risposta.

Ancora Spalletti:
“Quest'anno invece la squadra è un po' più lunga. Non è né una soluzione migliore, né una peggiore. Dipende dai giocatori. E’ chiaro che l'allungarla un po' di più è dipeso dalle caratteristiche della prima punta. Dello 'striker'.

"Questo ha chiaramente favorito Dzeko. Anche se ha tolto un po' di densità attorno alla palla."

Dunque, o si gioca con punte mobili che non danno riferimenti, ritornano molto per poi ripartire di scatto e sorprendere la difesa avversaria, facendo nel contempo densità in mezzo al campo, oppure si sceglie la soluzione di allungare la squadra, con una punta di peso che faccia un movimento verticale e abbia la progressione e la forza fisica per ripartire quando anziché la soluzione del taglio degli esterni o dell’inserimento di un centrocampista, si opta per l’imbucata centrale.

Siccome la mia opinione (da dilettante allo sbaraglio) è che Maurito troverebbe difficoltà a giocare in un attacco basato sul palleggio, sui tagli rapidi, ecc., se io avessi ragione la soluzione potrebbe venire solo dal secondo tipo di gioco.

E’ chiaro che non sto sminuendo il valore di Icardi: lo stesso Ibra si è trovato in difficoltà quando ha dovuto giocare fra Messi, Iniesta, Xavi ecc. E’ questione di caratteristiche, di compatibilità.

Quale è stata quest’anno la manovra offensiva prevalente nell’Inter?

Icardi faceva quasi sempre un lavoro orizzontale, spostandosi non tanto in fascia (qualche volta si) per aprire corridoi centrali agli inserimenti di centrocampisti poco propensi, per motivi diversi a questo lavoro. Joao e Kondo perché poco dotati sul piano realizzativo, Gaglia perché spesso partiva da lontano, Medel non ne parliamo: l’unico con queste caratteristiche era Brozo.

Dunque il movimento di Maurito era finalizzato a prendere il cross o il passaggio corto all’indietro, dell’esterno che riusciva a guadagnare il fondo.

La manovra dell’Inter era monocorde, perché Maurito faceva sempre lo stesso movimento, gli esterni non erano capaci di tagliare senza palla alle spalle della linea difensiva.

Al contrario, cercavano sempre il fondo, palla al piede, per il cross (Candreva, re dei cross in tutto il campionato) o anche per il tocco all’indietro (Perisic: alcune intese tra Ivan che va sul fondo e Mauro che accorcia e si stacca sul primo palo per la deviazione sono state tra le cose più belle).

Sia Ivan sia Candreva rientravano anche all’interno, ma sempre palla al piede, per poi far partire il terzino sulla loro fascia o cercare il passaggio centrale.

Manovre molto prevedibili e prive di alternative.

Il fatto che nonostante queste situazioni si siano segnati 72 gol (nettamente meno solo di Roma e Napoli, ma a breve distanza dalla juve) sembra indicare che la rosa almeno sul piano offensivo non fosse così scarsa, ma solo male assortita.

D’altra parte però la mancanza di densità in mezzo, sul portatore di palla, ha fatto si che si siano subiti 49 gol: solo la Lazio, tra le prime sette, ha subito come noi e si tratta appunto di una squadra con grandi attaccanti ma poco equilibrio.

Forse questa situazione spiega anche perché spesso noi “tenessimo” solo un tempo.

Con questo metodo di gioco (stare molto larghi perché si passava solo sulle fasce, punta statica) in fase di non possesso fare densità in mezzo era estremamente dispendioso.

Ripeto, sono solo riflessioni e ipotesi dilettantesche.

Si parla poi di Totti.

Lasciamo perdere gli elogi per la qualità tecnica del giocatore, che sono scontati (ricordo di averne – facilmente – preconizzato la carriera strepitosa dopo averlo visto negli allievi, come ricordo, scusatemi l’escursione, di aver scritto di “Inter Pina-dipendente” quando giocava nei giovanissimi e nessuno lo conosceva).
“Lui non guarda mai (Ndr. La linea avversaria e la posizione dei compagni.) però quando la palla va a lui, gli altri sanno sempre che la giocherà di prima e che inventerà qualche cosa. Sanno che lui ha questo potere di guardare dove non vede.”

L’intervistatore gli chiede se questa caratteristica è nel dna o si può insegnare.

Spalletti risponde così:
“Questa cosa si insegna. Se ne parla. È qualche cosa che si cerca anche di spiegare attraverso i video.

"Ma è roba difficile e lui è un talento perché compie questa giocata in maniera sistematica e nelle tre o quattro scelte quando gli giochi palla sui piedi, lui fa sempre quella migliore.

"Mi spiego. Tu hai diverse possibilità: la dò a lui, la dò a lui, la metto lì dietro, la passo a lui... Lui invece tra le quattro ha già scelto e sceglie la migliore.

"Perché alla sua scelta poi c'è un seguito e poi di sicuro c'è il goal e Dzeko questo lo sapeva, perché ogni volta che Totti aveva la palla, lui andava là, perché dopo c'aveva il 'guadagno'."

Penso che sarebbe bello trovare uno come Totti.

Però ci sono squadre che hanno fatto bene anche senza avere… un Totti (che tra l’altro quest’anno ha giocato un po’ meno).

Non soffermandoci su una parte dell’intervista che ci interessa meno, qualche considerazione si può sviluppare, velocemente sulle interviste ai tifosi nelle quali si chiedevano pareri sul pregio migliore e il limite di Spalletti.

Direi che la considerazione interessante è solo una: le risposte contraddittorie, il che confermerebbe quanto meno la poca attendibilità delle valutazioni di noi tifosi.

L’intervistatore parla poi della corsa liberatoria di Spalletti dopo il gol che ha assicurato il secondo posto alla Roma: e Spalletti spiega l’entusiasmo:
“Abbiamo lavorato un anno e mezzo per questo gol, per questo momento… Senza questo risultato non ci sarebbe stata neppure questa intervista.”

Si ritorna ancora, come si vede, sulla necessità di un lavoro che per dare i suoi effetti si prolunga nel tempo.

Ma attenzione, questo è un concetto diverso dai “programmi” pluriennali che mi fanno arrabbiare.

I programmi pluriennali sono necessari e indispensabili, ma sono tali solo se i risultati incominciano subito.

Nei primi sei mesi Spalletti ha preso una squadra in crisi e l’ha portata al terzo posto.

Poi è stato necessario un anno di lavoro per progredire di uno scalino.

Per un punto e checché ne dica il mister, con qualche aiutino arbitrale.

L’intervista prosegue con l’esame di un filmato esemplare nel quale Dzeko con il movimento prefetto (unito alla precisione di chi gli passa la palla) realizza contro il Pescara.

La situazione (e soprattutto il commento del mister) è essenziale per capire che cosa verrà probabilmente chiesto a Icardi nella prossima stagione. Significativa ancora una volta l’ammissione onesta di Spalletti sul fatto che non si tratta di uno schema “suo personale” .
"Qui abbiamo questo fraseggio con la palla che poi viene riportata indietro. A questo punto, quando riporti la palla indietro verso il centro del campo, i difensori tendono a salire. Allora tu la 'imbuchi'. Vedi? Fanno tutti così. Lo insegnano a Coverciano. Per cui si adattano tutti a fare così…

"È chiara l’importanza del contro movimento di Dzeko. Qui (Ndr. Chi lancia.) tocca palla due volte e ha 'guardato' dando un segnale alla difesa. Però il suo (Ndr. Di Dzeko.) contro-movimento è fondamentale. Loro vengono su e lui va verso la porta, vedi? Sono tutti e due in ritardo nella salita e lui invece ha i tempi giusti per andare su quando entra la palla.”

Molto interessante dal nostro punto di vista, per farci un’idea sui “gusti” calcistici di Spalletti è il discorso sugli allenatori che hanno fatto la storia e su quelli oggi più in auge.

A questo proposito preciso anticipatamente che la mia chiave di lettura potrebbe essere di parte, perché i frequentatori del blog conoscono le mie preferenze radicali e un po’ fuori moda.

Il giornalista gli chiede se ci sia un pre e un post Guardiola per gli allenatori.

Spalletti risponde con un si secco, ma subito….
”Comunque ci sono stati degli allenatori che hanno lasciato il segno. Sacchi. Prima di tutti lo stesso Zeman per quello che riguarda questi tagli e questi attacchi alla profondità. Questi qui sono tutta roba del suo calcio.

"Anche il taglio sull'attacco alla linea difensiva; il taglio nello spazio dietro le spalle della linea difensiva.

"Poi ci sono diverse tipologie di provenienza per quello che riguarda questo tipo di giocata.

"In più va trovata la giusta combinazione tra i giocatori, la giusta intesa. Quindi il tempo. Il decimo di secondo.”

Sbaglierò, ma secondo me svia subito il discorso, dopo aver intelligentemente assecondato l’interlocutore e il pensiero unico.

Ma l’interlocutore è tosto e ci riprova, chiedendogli che cosa ha introdotto Guardiola.
“Guardiola è stato bravissimo a fare questo fraseggio palla sui piedi.”

Un po’ poco a mio avviso perché il fraseggio palla nei piedi era in pratica imposto dalla qualità dei suoi interpreti.

Al massimo si potrebbe dire che è stato bravo e ha avuto la possibilità di scegliere quel tipo di interpreti.

A questo punto l’affermazione che suscitato le perplessità di Karlito, come vedremo.

Dice Spalletti:
“Ogni tanto (Ndr. Sic!) quando guardavo il Barcellona di Guardiola mi sembrava che esagerasse nel far tenere troppo la palla sui piedi: lui insisteva anche quando aveva già creato tutto lo spazio per chi voleva.

"Poi ho capito perché. Perché in questa maniera tu non fai fatica, mentre l'avversario sì. Gli avversari ti devono correre sempre dietro.

"Correre dovendo lavorare dietro al ragionamento dell'altro è una fatica enorme. Correre dovendo poi fare metri su una mia scelta è molto più facile.

"Per cui è diventato un modello per tutti.”

In proposito dice Karlito: “2) Correre dietro al gioco avversario fa consumare più energia perchè non c'è solo il movimento fisico, ma anche la continua logorante concentrazione: il fatto che Spalletti l'abbia capito POI, mi lascia un po' perplesso in quanto io, dal mio sofà, l'ho sempre saputo, immagino anche come moltissimi altri tifosi dal loro sofà.”

Io invece, per quel poco che può interessare agli amici la mia opinione, penso proprio il contrario.

Penso che Guardiola esagerasse e che le frasi di Spalletti siano un tributo in qualche modo dovuto, ma poco convinto.

Non mi risulta infatti che le sue squadre abbiano praticato questa strategia così… proficua.

Dal mio punto di vista se l’avversario palleggia all’infinito tu chiudi tutti gli spazi e lo lasci... sfogarsi.

La tua tensione nel seguire le loro giocate è pari alla tensione e concentrazione di chi gioca la palla sapendo che sbagliare vorrebbe dire innescare una ripartenza avversaria letale.

Se parliamo di corsa, i palleggiatori si devono scambiare continuamente la posizione, mentre chi è schierato non corre da una parte all’altra, ma si limita a “scivolare” come si dice oggi, cioè a spostarsi di pochi metri.

La mia tesi sarà sicuramente fallace ma qualche conferma la trova nell’andamento di molte gare. Anche nostre.

Quando noi facciamo un bel gioco, teniamo l’iniziativa palleggiamo a lungo senza trovare lo sbocco del gol, di solito nei secondi tempi perdiamo energie e concentrazione e veniamo sorpresi dale “uscite” avversarie.

Perché gli avversari sono rimasti più freschi e più lucidi.

Si può obiettare che noi non siamo il Barça, ma devo dire che spesso, anche a livello internazionale mi è capitato di vedere che il palleggio eccessivo in zona d’attacco, il pressing alto esasperato e sistematico alla fine viene punito  da chi cerca la compattezza e poi l’essenzialità.

Ma che ci sia qualche problema nella lettura Spallettiana di Guardiola e delle sue motivazioni , lo confermano, sempre a mio giudizio molto di parte, le parole successive del mister:
“Il gioco di Sarri è questo (Ndr. Affermazione un po’ azzardata, se pensiamo a come le punte di Sarri cerchino subito la profondità, ma ancora accettabile.). Questo è anche il gioco del Bayern di Ancellotti.”

E poi, prosegue citando il gioco di Giampaolo e di Martusciello.

Insomma, la mia impressione è che stia parlando di altro, almeno parzialmente.

Impressione rafforzata da quanto dice sul… successore un po’ rivale in quanto tale, Di Francesco:
"Il Sassuolo di Di Francesco è un po' più 'zemaniano'. Ci sono gli esterni che vengono incontro e che tagliano e questa continua intercambiabilità delle posizioni tra centrocampista e punta esterna. Uno va fuori e apre sotto e la punta esterna viene in trequarti dentro. La punta esterna viene incontro sulla palla del terzino, il centrocampista parte in bandierina e fa questa corsa in diagonale sopra la punta che viene sotto.

"È una cosa che ti ammucchia e che poi ti devasta, perché se non sai bene scambiarti l'uomo poi ti ritrovi il mediano in bandierina a fare il terzino e ti ritrovi il centrale che deve rincorrere lungo la fascia. Insomma, diventa un macello."

Sbaglierò, ma a me sembra più elogiativa questa lettura, così penso che potremo aspettarci non tanto un possesso sterile e insistito “anche quando sei riuscito a creare lo spazio per infilarci il tuo attaccante, e questo allo scopo di stancare nel tempo gli avversari.” Come più o meno Spalletti dice che fa Guardiola furbescamente.

Dobbiamo aspettarci un gioco che sia un mix di tagli zemaniani, preparati da una manovra insistita il giusto, senza trascurare la densità in mezzo e le coperture preventive.

Si arriva così al discorso sull’organizzazione difensiva:
“Le difese che sono lavorate bene si vedono.”

Spalletti concorda sul fatto che Sarri lavori bene in questo senso.
“Però anche la Juventus. La linea difensiva della Juventus è di quelle che hanno questa capacità di muoversi assieme e di riuscire a capire le intenzioni dell'avversario. Quei tre lì sono clienti scomodissimi. Magari li trovi anche messi male, ma poi sanno sempre trovare la soluzione, aiutarsi e come fare reparto.

"Il Chievo, la Sampdoria, l'Empoli sono invece quelle che ti stanno un po' più addosso

"La sintesi è: che cosa vogliamo fare?

"Con una difesa che ti aspetta un po' di più si gioca a trequarti; quando hai una difesa che ti vuole stare addosso, la devi chiamare fuori e poi gli devi andare alle spalle.

"Deve essere capito questo. Questo è il concetto di base."

Il discorso si sposta poi su Gasperini e anche lì emergono delle valutazioni interessanti.
“Tutti i calciatori dell'Atalanta hanno uno strapotere fisico imbarazzante.

"Sono andato a vederli nella penultima partita a Empoli. Tutti gli elementi hanno grande capacità di corsa e sono capaci di metterla uomo contro uomo sui 100 metri. A questo punto per l'avversario diventa difficile. Questo strapotere fisico che hanno nella loro totalità ti crea problemi. Il loro uomo ti segue per tutto il campo. Tu magari crei il 'buco' e pensi, 'Ci vado,' ma ci arriva sempre prima quello che ti marca. Perché hanno corsa, recuperano posizioni, la mettono sulla continuità per novanta minuti. Corrono fino alla fine.

"E i suoi allenamenti, perché poi tanto le cose si sanno, dicono questo. Fa anche delle partite a tutto campo. Fa dei minutaggi di partite a tutto campo sette contro sette, proprio per ampliare ai giocatori quelli che sono gli spazi che bisogna coprire. Quella che è la metratura che ogni elemento deve coprire in una partita È già statistica. Però lui te la allarga ancora di più.”

"Bella esercitazione," aggiunge il giornalista. E Spalletti:
“Bella esercitazione, sì. Ma se non hai quelli che fanno cento metri in dodici secondi diventa difficile.”

Molto interessanti infine alcune considerazioni del mister nel commentare episodi di telecamera tattica.

In particolare sul gol di Callejon alla juve:
“Callejon va sempre o dietro il terzino o fra il centrale e il terzino. Guarda la sua battuta dei piedi quando parte e con questa palla qui.

"Guarda come si prepara? Hai visto fa quei tre o quattro passettini. La frequenza. Come la tocca di esterno, questo è il segnale che lui deve partire."

E a proposito di un altro gol in Napoli - Pescara:
“Vedi quando lui aumenta la battuta dei piedi? A questo punto potrebbe anche decidere di prenderla sui piedi, perché l'uomo è talmente staccato che andare a attaccargli lo spazio a dieci metri di distanza appare un controsenso, ma sono talmente abituati a fare questo che, anche nelle difficoltà, questa scelta gli appare quella più naturale. È quella per cui si sono preparati, che conoscono e capiscono. E fa goal così.”

Concludiamo questo tentativo di riflessione sulle parole di Spalletti (finalizzato a cercare di capire in anticipo che cosa ci aspetti) con le altre due episodi di telecamera tattica: l’azione difensiva di JJ in Roma Napoli e il gol segnato al Napoli dai romanisti nella stagione precedente.

Sul primo episodio Spalletti dice:
“Io Juan Jesus ce lo metto volentieri, perché è un ragazzo perfetto (Ndr. Dedicato a tutti i tifosi interisti che sono stati larghi di... insulti verso il loro giocatore, ai tempi.).

“Allora vedi qui come preparano la palla. Guarda Callejon come va ad attaccare?

"Juan Jesus già si mette con la postura giusta a guardarlo, a cercare di leggere la situazione. Insigne sterza sull'esterno perché tanto fa così. E allora Juan Jesus stacca, lo guarda e va a prendere la palla laggiù, perché tanto sa che non viene a prenderla sui piedi. Perché il rischio qual è? Se tu stacchi, lui finta lungo e la viene a prendere sui piedi. Fa così perché ha preso il vantaggio di questa giocata qui durante questi due campionati.

"Per cui Juan Jesus ci va, stacca, non fa questa giravolta contraria e attacca lo spazio con questa postura qui. Va laggiù sulla caduta, anche se lui è più in velocità.

"Il portiere è tagliato fuori, perché non ci arriverebbe, e va ad anticiparlo poi la butta fuori.”

Molto interessante anche la lettura dell’ultima azione: si tratta di un gol al Napoli, come dicevamo.

"Qui c’è un errore (Ndr. Della difesa azzurra.)," dice il giornalista.
“È vero. C'è un errore. Però poi quando tu nel fraseggio fatto bene, li ammucchi così in un settore ristretto del campo, poi per loro riuscire a riaprirsi per tentare di farti del male non è facile, perché devono passare quei quattro-cinque passaggi stretti che ti permettono di riprendere le distanze.

"Se no tu sei in grado di risoffocarli subito e devi saltargli addosso.

"Guardiola, come si diceva prima, è questo qui.”

Ora, a prescindere dal fatto che secondo me non è certo Guardiola ad aver inventato il pressing alto di più uomini sul portatore di palla, ma semmai l’ha imparato in Italia, perché queste cose le facevano decenni prima di Guardiola Viciani con la Ternana in B e Radice con il Toro, la lettura di Spalletti è molto istruttiva e dettagliata.

Ho volutamente tralasciato tuta una parte (ad es. il rapporto con Totti) che a noi da interisti interessa poco (relativamente, perché anche il rapporto con un fuoriclasse dice qualcosa di interessante sugli approcci di un allenatore. Ma si deve ricordare come in una dichiarazione pubblica, tra l’altro a giochi chiusi, difficilmente un allenatore mostra il suo lato più intransigente e magari un po’ astioso verso un suo ex fuoriclasse).

Da quanto ho cercato di analizzare mi sono fatto alcune idee e aspettative.

Spalletti è un uomo con un carattere spigoloso e deciso, ma questo è principalmente un pregio, perché se non sei convinto delle tue idee e disposto anche a confronti sgradevoli per realizzarle e difenderle in un club con tante prime donne (o che si sentono tali) e con tanti “nemici” non vai da nessuna parte.

Spalletti è un allenatore tecnicamente molto preparato, che non inventa nulla, perché nel calcio non si inventa nulla, ma che conosce ogni aspetto del calcio (come tutti gli allenatori, anche i più modesti) e li sa insegnare con minuzia ed esemplificazioni efficaci.

Soprattutto sa manovrare questa massa di conoscenze in funzione di una scelta ottimale (di gioco, di schieramento, di uomini) da individuare situazione per situazione.

I giocatori si rendono immediatamente conto della caratura di chi sta di fronte a loro (lo fanno anche i ragazzini delle giovanili) e decidono se “devono seguirlo” o se lo seguiranno con entusiasmo, convinti di arrivare a un vantaggio per la squadra e per se stessi.

Il mister dovrà però gestire con polso fermo gli inevitabili problemi di spogliatoio e Spalletti sembra aver le carte in regola per questo.

Molto dipenderà dal sostegno della società, in vari sensi: disponibilità ad accontentarlo nelle richieste e nelle tempistiche di mercato (sappiamo che vorrebbe aver presenti quasi tutti sin dal ritiro), a sostenerlo negli scontri che sorgeranno. All’interno del club ma soprattutto al’esterno.

Il fatto che sia un allenatore voluto da proprietà e soprattutto dalla dirigenza tecnica dovrebbe dargli inizialmente garanzie in questo senso.

Del resto Sabatini e Spalletti si conoscono alla perfezione e sanno benissimo che cosa ognuno può dare e pretendere. Non avrebbero accettato di condividere questa avventura fondamentale senza una grande fiducia reciproca.

Poi Roma non è Milano, né come tifosi né come relazioni con i media.

A parte Mou, che aveva una personalità straripante, capace di schiacciare anche l’opposizione mediatica di massa, il mister che ha fatto meglio resta il Mancio, che ha avuto l’accortezza di garantirsi, prima ancora di venire, importanti sostegni mediatici, entrambe le volte, per combattere gli avversari, interessati e soverchianti di numero.

Vedremo cosa farà Spalletti, ma io gli ricorderei la frase del Trap: “Lavorare per l’Inter è come stare perennemente in una centrifuga. In tanti sensi”.

Ci potrebbero essere delle correnti interne avverse (ma se fa bene tutti saliranno sul suo carro), più probabile che ci siano correnti esterne anche prezzolate (intere redazioni giornalistiche e intere redazioni televisive).

La nuova società e Spalletti al suo interno devono sapere che nulla sarà facile, che ci ostacoleranno in ogni modo, a partire dagli arbitraggi, dai responsi dei giudici e dei lettori di moviole.

Fuori dubbio le qualità professionali di tipo tecnico, il mister dovrà dimostrare di saper cementare un blocco d’acciaio.

Auguri mister (se sarai tu il prescelto), ne hai bisogno!

Io seguirò il lavoro tuo e della squadra con la fiducia, con l’ottimismo della volontà, ma spero, col dispiegarsi dei fatti, anche della ragione

Luciano Da Vite

149 commenti:

  1. Bellissima analisi Luciano. Spero che almeno quest'anno si riesca ad impostare il grosso della campagna acquisti/cessioni da subito, per risolvere a Giugno le pendenze con il fpf a ed imbastire le trattative da chiudere speriamo nella prima metà di Luglio. Fare il ritiro quasi al completo quest'anno è fondamentale.

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    1. Sarà centrale. Anche perché le previsioni sono di prenderei molti giocatori nuovi. A parte il nuovo allenatore va formato proprio un gruppo da zero e le operazioni sono tante. Domani è il mio compleanno. Non dico che vorrei in regalo... Belotti ma almeno l'ufficializzazione del nuovo mister sì.

      Aggiungo infine che il post di Luciano è per me fantastico. Mi piacerebbe vederceli a confronto in una discussione i due 'Luciani'. :)

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  2. Secondo me Perisic con Spalletti potrebbe fare anche 15 goal.

    Che pensate di Berardi invece? Teoricamente le caratteristiche di combinerebbero con il gioco del mister.

    Su Icardi invece vorrei chiedere agli amici del blog come e se secondo voi potrebbe rendere in entrambe le situazioni tattiche rappresentate. Cioè non solo nella ipotesi del gioco con due punte 'mobili', ma anche se secondo voi può fare in maniera efficace il ruolo di Džeko di quest'anno.

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    1. Icardi nel 4-2-3-1 non rende molto, secondo me ha bisogno di una vera seconda punta affianco. Poi magari Spalletti ci stupisce.

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  3. PONTE LAMBRO - L'Inter chiude al secondo posto la 4^ edizione del Memorial Facchetti riservato alla categoria 2002. Al "Comunale" di Ponte Lambro l'Under 15 Serie A e B supera la prima fase con due successi per 5-0 in altrettante gare, ma in finale non riesce a ripetersi cedendo per 2-0 contro il Renate. Per i ragazzi di Mandelli arriva comunque un riconoscimento individuale, con Mangiarotti premiato miglior giocatore della competizione.
    Purtroppo Luciano non è potuto andare e quindi non abbiamo elrmenti per sapere come mai si è perso.

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    1. Grazie per l'aggiornamento Giancarlo. Anche tu non hai potuto assistere alle gare?

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    2. Si giocavano 3 partite in un giorno. Il mister aveva disposto 3 squadre, con alcuni che ne giocavano due. L'importante era tenere sotto pressione tutti in vista delle finali

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    3. no non ho assistito alla partita. Comunque l'esperto in fase di giovanili è Luciano .

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  4. Intanto ecco la lista dei convocati di Vecchi per le Final Eight.

    MILANO - Si avvicina il momento dei verdetti per il campionato Primavera TIM 2016/2017 - Trofeo Giacinto Facchetti: tra qualche ora prenderanno infatti il via le Final Eight di categoria con le prime due sfide dei quarti di finale. L'Under 19 interista scenderà in campo domani, lunedì 5 giugno alle ore 17.00, allo stadio "Ricci" di Sassuolo contro il Chievo Verona.

    Ecco l'elenco dei nerazzurri convocati da Stefano Vecchi:

    1. Michele DI GREGORIO (classe 1997)
    2. Federico VALIETTI (classe 1999)
    3. Andrea CAGNANO (classe 1998)
    4. Marco CARRARO(classe 1998)
    5. Andreaw GRAVILLON (classe 1998)
    6. Zinho VANHEUSDEN (classe 1999)
    7. Axel Mohamed BAKAYOKO (classe 1998)
    8. Xian EMMERS (classe 1999)
    9. Andrea PINAMONTI (classe 1999)
    10. Stephen DANSO (classe 1998)
    11. Mouhamed Menaour BELKHEIR (classe 1999)
    12. Giulio MANGANO (classe 1999)
    13. Alessandro MATTIOLI (classe 1998)
    14. Theophilus AWUA (classe 1998)
    15. Ryan Patrick NOLAN (classe 1999)
    16. Alessandro BOLLINI FRIGERIO (classe 1998)
    17. Karlo BUTIC (classe 1998)
    18. Matteo ROVER (classe 1999)
    19. Manuel LOMBARDONI(classe 1998)
    20. Cristian MUTTON (classe 1999)
    21. Vladan DEKIC(classe 1999)
    22. Rigoberto Vindel RIVAS(classe 1998)
    23. Marco SALA (classe 1999)
    24. Tommaso PUTZOLU (classe 1999)
    25. Moussa SOUARE (classe 1998)

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  5. Che domenica di pura goduria.... un abbraccio a tutti voi! Forza Inter! Buona estate....

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  6. Non ho mai apprezzato tanto la tranquillità di una notte serena, senza schiamazzi...volgari di sorta

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  7. ...soprattutto ci siamo risparmiati altri sei mesi (almeno) di massiccio bombardamento mediatico sulla squadra più forte dei tempi ... anche di quando non si giocava a pallone....

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  8. ...ma il mio pensiero va anche a quell'utente occasionale del blog (che come nick utilizza il nome di un giocatore francese dell'Inter di vent'anni fa) che, qualche settimana fa, di fronte alle mie perplessità sulla rube data come sicura vincitrice della finale di ieri sera, ebbe ad apostrofarmi con insolita maleducazione dicendo "o sei accecato dall'odio o sei un incompetente" ...la risposta, ionfine, è arrivata ...#1-4 ....stammi bene genio!

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  9. Mi unisco al commento di Demis, che racchiude a parer mio l'obbiettivo principale di questo mercato cioè non prendere solo giocatori forti, ma il termine entro quando prenderli, cioè metà Luglio, o per lo meno mi aspetto che entro metà Luglio vengano sistemate la difesa ed il centrocampo, entro Agosto l'attacco. Il nuovo allenatore deve lavorare appieno con tutta la squadra, quindi il gruppo, il prima possibile, bisogna approfittare di due cose, non ci sono competizioni internazionali come Europei, Mondiali e Copa America, ed inoltre(e qui mi unisco alla battuta di Luciano) non ci sono preliminari dannosi di EL(a proposito, sapete che, basandosi solamente sui numeri, qualunque squadra del campionato italiano abbia fatto i doppi preliminari di EL, l'anno successivo ha fatto meno punti in classifica rispetto l'anno precedente?).
    Però in sede mercato si stanno susseguendo due voci, la prima è che le altre si rinforzano, non noi sembra; può succedere come l'anno scorso dove non trapelavano notizie e poi abbiamo fatto un buon mercato,l'anno scorso obbiettivamente, nonostante la stagione fallimentare, è stato fatto un buon mercato. Oppure i cinesi rischiano di fare come thohir(a proposito, appartengo alla corrente di quelli che pensano che questo ci abbia procurato più danni che benefici)cioè primo mercato fece un colpo alla Hernanes, successivamente stette sotto i dettami del fpf, più come scusa che altro. Sembra che però in base alle parole dei procuratori, i quali purtroppo nel calcio moderno sono i più informati nel settore, questi abbiano veramente i soldi da spendere. Ma allora dico, perchè non bloccare talenti come Driussi?

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  10. Un post straordinario. Da rileggere. Grazie Luciano per l'impegno e grazie a Emiliano.
    Spalletti è un tecnico con un'ottima reputazione. Diamogli fiducia: potremmo prenderci delle soddisfazioni.
    Speriamo solo che il mercato venga fatto nero giugno e soprattutto che venga fatto come vuole il mister.

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  11. "Noi abbiamo avuto un mister che lavorando fra mille difficoltà di ogni tipo ha preso un'Inter alla deriva e l'ha portata al quarto posto in un anno e mezzo...
    L'abbiamo massacrato"
    Veramente quel mister aveva portato la squadra all'ottavo posto, dopo il precedente quinto posto. Ma certi "santini" restano tali a dispetto di tutto. Non ultimo il discutibile "addio", remunerato, il 10 di Agosto. Ma tant'è. Guardiamo avanti.

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  12. Contro il partito preso non si può lottare. mancini ha preso una squadra in condizioni disperate, altrimenti non avrebbero cacciato WM. Ha finito il campionato alla meglio e l'anno dopo è arrivato quarto, con una squadra inferiore a quella di quest'anno.
    Non sto con mancini, sto con i fatti

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    1. perchè inferiore? forse i vari Joao-Banega-Gabigol-Ansaldi si sono rivelati migliori degli Jovetic-Liajic e compagnia? probabilmente il solo Candreva ha portato qualcosina in più, dato che un vero esterno destro non l'avevamo

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    2. e cosa di non poco conto, in quella stagione prendemmo un discreto vantaggio in classifica quando le altre sprecavano energie in coppa, da gennaio a parità di partite abbiamo fatto un campionato da ottavo posto

      aggiungiamoci in questo campionato la preparazione disastrosa di inizio stagione (comunque non do colpe a Mancini), il cambio di proprietà e i problemi che ne sono scaturati

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    3. Hai dimenticato gagliardini. Si, Joao Banega Gagliardini sono molto meglio di Jovetic Liajic per me

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  13. Già nei giorni scorsi avevo dubitato fortemente del concetto che correre appresso al possesso palla avversario fosse più dispendioso che il contrario e l'avevo rimarcato in un paio di commenti al video di Spalletti.

    Fortunatamente anche Luciano è d'accordo e la cosa mi rincuora. Il fatto di avere la gestione del pallone implica necesariamente cosa doverne fare. Quindi la necessità di circolazione continua, di palleggio ed eventulmente di affondo cercando di mantenere gli equilibri di squadra credo sia molto più complessa di una difesa organizzata, magari a maglie strette con il "semplice" compito di gestire una sola fase di gioco.
    Anche perchè la gestione la si fa con una squadra tecnica abile nel palleggio, con giocatori bravi a cercare lo spazio quindi a smarcarsi e a vedere in qualche modo l'evoluzione del gioco con i tempi giusti e questa conduzione di partita mi sembra infinitamente più complicata.

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  14. Emiliano

    Berardi lo vedrei bene, non benissimo. Aldilà dei continui problemi fisici. E' un giocatore che non necessariamente vuole il pallone sui piedi, ma anzi è abile a cercare il movimento in profondità dentro he fuori dal campo. Può essere un'arma tattica importante, un giocatore capace di andare senza palla dietro la linea della difesa avversaria ci manca.

    Su Icardi detto che risulta abbastanza improbabile farlo giocate in un contesto di palleggio, ahimè non lo vedo nemmeno benissimo nel ruolo che ha avuto quest'anno Dzeko alla Roma.

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  15. Probabilmente in quella risposta mi ero fatto prendere troppo la mano Lou.
    Ma avevi scritto, mi pare, che la juve era passata con il Barca grazie ad episodi e 4 rigori non dati. Non mi sembrava un discorso con grande onestà intellettuale.
    Rimane il fatto che se in 3 anni arrivano a due finali di Champions sono molto forti purtroppo.
    Per l'1-4 di ieri sera sono felice almeno quanto te caro mio :)

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  16. Non sono d'accordo con IloveInter e Luciano, ma con spalletti.
    La gestione del pallone a mio parere implica meno sforzo fisico rispetto alla rincorsa dello stesso.
    In un calcio organizzato con movimenti coordinata, e ricerca continua di chi non ha la palla di soluzioni per chi ne ha, che portano lo stesso a poter giocare "a memoria", le difficoltà di gestione si minimizzano e lo sforzo fisico è dettato solo dal dover raggiungere il punto corretto in cui dare una soluzione di passaggio al compagno.
    In questo un calciatore in base all'azione sa autonomamente come muoversi e sono sempre movimenti "fluidi" e "coscienti" dettati dalla posizione del pallone e dai dettami tattici che la posizione del pallone prevede.

    Diverso è il discorso in fase difensiva, dove solo superficialmente si pensa che sia più statico il movimento, in quanto si hanno meno corse lunghe ma porzioni di campo più piccole da coprire...
    Questo però con scatti continui dettati non dal proprio ragionamento ma dai movimenti avversari.

    Vi invito a provare ad effettuare degli scatti per un certo periodo su un percorso prefissato, rispetto a farli seguendo le indicazioni di qualcun altro che vi indica dove andare. Solo il dover cambiare l'inerzia a causa di decisioni altrui implica maggiori sforzi sia di attenzione che fisici.
    In più tali scatti corti con cambi di direnzione sono nettamente più stancanti di scatti lunghi su porzioni di campo maggiori. (Provate a confrontare 10 minuti di calcio a 5 rispetto a 10 minuto di calcio a 11...)

    Il discorso di spalletti per me è assolutamente corretto in tal senso.
    Aghiungo in più che come dicevano anche i miei nonni, far girar la palla fa sudare gli avversari.. mentre la palla non suda.

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  17. Ci provo: Infatti oggi nessun ragazzo non iscritto a squadre gioca più a 11: tutti a calcetto che è meno faticoso .
    Poi far girare la palla stando fermi non fa girare nulla, se non ...le palle dei propri tifosi. Se invece ti smarchi in continuazione e campi posizione per aprire buchi, l'avversario di aspetta scivola solo lateralmente e se la gode.
    Spalletti la pensa come me. Infatti le sue squadre non puntano sul possesso palla ma sulla verticalizzazione, appena si crea il buco

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    1. Calcetto in rapporto ai minuti giocati è molto più faticoso...

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    2. Conosco molti nostri giovani che non avendo le caratteristiche atletiche sufficienti per fare calcio, si sono bene affermati nel calcetto

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    3. Penso di parlare in italiano. Non ho parlato di caratteristiche atletiche, ma di fatica in rapporto ai minuti giocati.
      10 minuti in serie A di calcio a 5 stancano maggiormente lo stesso atleta che fa 10 minuti in un campo a 11.
      Ho giocato sia a 11 che a calcio a 5 che calcio a 7. So di cosa parlo.

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  18. Comunque è un falso problema. A San Siro mi capita spesso di difendere dall'ira dei miei vicini di posto il possesso palla sterile dell'Inter (che comporta anche palla indietro per organizzare lil successivo assalto) perché se la difesa avevrsaria è schierata, il possesso palla E' INEVITABILE fino a quando non riesci ad aprire un buco. Altrimenti consegni la palla agli avversari. E l'Inter, non sapendo aprire buchi (perché non aveva gli uomini adatti) era costretta sterili palleggi. Poi perdeva o pareggiava partite facili quando calava e gli avversari, belli riposati, partivano al primo nostro errore. E i tifosi dicevano "lazzaroni" come si fa a perdere con una squadra tecnicamente più debole...

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    1. Tutto sta nel come si fa il possesso palla e in come i compagni si muovono per aiutare chi ha la palla e per dettargli il passaggio.
      Possesso palla fine a se stesso è inutile se non rischioso... Ma quello non è calcio.. è torello

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  19. Non conosco nessun allenatore, secondo me neppure Guardiola, che quando si apre un buco dice ai suoi: "non infilatevi, non fate gol, è troppo presto. Prima dobbiamo stancarli.
    Lo scopo del palleggio è aprire un buco e infilarcisi. Il resto sono storielle

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    1. Questo è evidente,anche se guardiola cerca di trovare buchi più "agevoli" estremizzando il possesso palla, e non i filandosi al primo disponibile.

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  20. Aumentano le voci su Bernardeschi. Secondo me non è esattamente un esterno adatto al gioco di Spalletti. Lancio una mezza provocazione-domanda. Possibile secondo voi che nel caso voglia schierarlo sulla trequarti? Non è esattamente Nainggolan e nemmeno Perrotta (da tutti i punti di vista) ma possibile che il mister lo veda bene in quel ruolo nel suo sistema di gioco?

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    1. Bernardeschi è un giocatore bellino... Non un grande giocatore. Vale una gamba di di maria ad esempio.
      Se questi sono i giocatori cui puntiamo per rinascere... Non lo faremo di certo

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    2. Considero quelle che sono le voci e provo a cercare di capire le idee del mister. Qualsiasi acquisto immagino sarà deciso e d'accordo con Spalletti. E a questo punto mi fido di lui e Sabatini. Chiaro che Di Maria vale di più, ha anche dieci anni in più di esperienza a alti livelli. Forse però non ha la stessa fame di Bernardeschi... Che a me sembra un ragazzo ambizioso comunque.

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    3. Fabio mi sembra un po ingeneroso il tuo giudizio di Bernardeschi. Ricordo Fiorentina Napoli, alla vigilia di Natale 2016, con la Fiorentina sotto per 3-0 in casa mi pare o 3-1; in ogni caso ho visto un ragazzo capace di spaccare la partita, lancio millimetrico da centrocampo sui piedi di Zarate in area Napoletana, tiro sul palo sinistro dai 35 metri e gol..... insomma non proprio un giocatorino.....

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  21. Non saprei Emiliano. Io per esprimere un pare con un minimo di fondamento un giocatore lo devo vedere più volte e possibilmente dal vivo.
    A me pare che Bernardeschi potrebbe non essere diversissimo da Perrotta. Può fare l'ala e può anche andare in mezzo a fare il trequartista.
    Mi pare però che la soluzione ideale di Spalletti sia l'Ultima, simile a quella adottata da Sarri : due esterni velocissimi che tagliano verso la porta (El Sharawi/Insigne - Salah/Callejon) un trequartista potente che entra sui movimenti della punta (Nainggo/Hamsik entrambi anche centrocampisti). Qualche differenza mi pare esserci nelle qualità, più che nei movimenti della punta centrale (Dzeko rientra più profondamente)

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    1. A occhio mi sembra che Bernardeschi potrebbe (chiaramente crescendo nel tempo e potenziandosi) maggiormente essere adatto a giocare come trequartista che da ala. Però è solo una mia idea e chiaramente commento le voci che leggo. In teoria potremmo prendere sia lui che Berardi a questo punto con l'attaccante del Sassuolo che invece mi sembra molto adatto al gioco di Spalletti.

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  22. Sarei d'accordo con Fabio se... non ci fossero gli avversari e in particolare mi riferisco a questo:

    "In un calcio organizzato con movimenti coordinata, e ricerca continua di chi non ha la palla di soluzioni per chi ne ha, che portano lo stesso a poter giocare "a memoria", le difficoltà di gestione si minimizzano e lo sforzo fisico è dettato solo dal dover raggiungere il punto corretto in cui dare una soluzione di passaggio al compagno.
    In questo un calciatore in base all'azione sa autonomamente come muoversi e sono sempre movimenti "fluidi" e "coscienti" dettati dalla posizione del pallone e dai dettami tattici che la posizione del pallone prevede."

    Per me è l'esatto opposto. La ricerca degli spazi e i continui movimenti alla ricerca di pertugi offensivi (chiaro che non parliamo di sterile possesso palla, perchè senno parliamo di altro) è infinitamente più sfiancante che scalare le posizioni, scivolare e difendere compatti. Anche perchè avere il pallone tra i piedi porta a dover correre ma anche pensare. Non si può applicare tattiche memorizzate, semplicemente perchè hai l'avversario che spesso e volentieri ti porta dove vuole lui e non viceversa. Chi ha il pallone non sempre comanda il gioco, anzi, posto di avere comunque giocatori abili tecnicamente ma anche intelligenti nel sapere gestire il possesso mantenendo i giusti equilibri.

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    1. La ricerca degli spazi si può effettuare anche muovendo la palla. Se faccio due cambi di gioco non muovo nessuno della mia linea ma faccio certamente scivolare due volte tutta la linea difensiva.
      Dire che chi ha il pallone non comanda il gioco, è un assoluto controsenso, non è la difesa che porta a far muovere l'attacco ma il contrario.

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    3. Uno da Setúbal amava (ed ama) lasciare la gestione del pallone agli avversari avendo il controllo della partita. Non del gioco, che è del tutto superfluo, ma della partita..

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  23. Per me metterla sul piano psicologico apre la strada dell'opinionismo ancor piu di quanto lo facciano i moduli.

    Per me la questione si può affrontare senza particolari filosofie, giudicando le caratteristiche dei tuoi giocatori. Se hai molti palleggiatori puoi palleggiare nella meta campo avversaria e trarne profitto, altrimenti meglio lasciare il possesso e attaccare gli spazi aperti senza palla.

    Poi si puo difendere bassi o alti, ma anche qui dove fare densità dovrebbe essere una conseguenza delle caratteristiche dei propri giocatori (se non puoi recuperare in velocita ad esempio meglio non lasciare troppo spazio dietro la difesa).

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  24. Dimarco, mondiale under 20: espulso il terzino sinistro Pezzella entra al 45' e a 3 minuti dalla fine pennella la punizione per il 2-2.

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  25. ...se in una discussione il mio interlocutore insiste, io non mi tiro indietro...allora va detto che la situazione disperata (creata ad arte) era quella ambientale; e, dal punto di vista tecnico, va precisato che ...mancini, in cambio di oltre 4 milioni di euro netti l'anno, ha preso la squadra dopo 11 partite ed è arrivato OTTAVO dietro le due genovesi, nonostante gli acquisti a Gennaio di shaqiri, podolski, brozovic e santon....anch'io sto con i fatti e anche con i numeri. Duri e crudi.

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  26. ...meno male che Dimarco c'è. Italia/Zambia Under 20 ...#2-2

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    1. ...tuteliamo il piede sx di DIMARCO #patrimoniodell'umanità

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  27. Non ricordo in che posizione fosse la squadra quando Mancini ne ha assunto la guida.
    Ricordo invece che dopo Leo che aveva ancora quasi tutta l'Inter del triplete, nessun allenatore è arrivato quarto

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  28. Quando scrivo una cosa so benissimo che 2-3 amici del blog, a prescindere da quello che ho scritto, sosterranno il contrario. Ma va benissimo, perché questo dà vivacità al confronto

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    1. ...se ti riferisci a me...è una cosa che nn accetto...perché non è vera (x quanto mi riguarda)

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  29. Punizione magistrale di Di Marco, forse per il futuro abbiamo qualcuno forte per le palle inattive.

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    1. Spero faccia almeno il ritiro con la prima squadra. Magari si rivelerà una sorpresa in positivo per Spalletti. Non sottovaluterei nella valutazione il fatto che il vice potrebbe essre Martusciello che ha avuto Dimarco quest'anno a Empoli (chissà a tale proposito che qualcuno dell'Empoli non possa venire da noi, non che avessero grande materiale a disposizione, però Dioussé è un giovanissimo interessante, Krunic, eventualmente Barba...).

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    2. Tra l'altro ha fatto anche l'assist per il goal vittoria

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  30. Mazzarri 11 partite, 4 vittorie, 4 pareggi, 3 sconfitte.
    Mancini 27 partite, 10 vittorie, 9 pareggi, 8 sconfitte.

    Con Mazzarri l'Inter era nona a 16 punti. Con Mancini ha chiuso all'ottavo posto (55 punti).

    Va detto che degli acquisti fatti, nessuno ebbe un impatto positivo o utile sul campionato. Solo Brozovic. Podolski realizzò un solo goal, Shaqiri non si integrò praticamente mai, Santon a un certo punto (come sempre) sparì dalla circolazione.

    Probabilmente la squadra era meglio prima del mercato con Osvaldo ancora in rosa, ma lui fece di tutto per farsi mandare via...

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    1. ...mancini (in quel campionato da subentrato)...impatto zero ... #capitolochiuso

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    2. Da suubentrati è sempre difficile fare bene. Comunque ciò non nega che l'anno dopo abbia fatto il migliore risultato dal 2011, magari anche grazie a quei sei mesi di lavoro.

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  31. Cross di Di Marco, testa di Vido, 3-2 Italia under 20, in 10 contro 11.

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  32. Finita, Italia under 20 in semifinale (Inghilterra o Messico), Di Marco determinante (gol e assist).

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  33. Il sinistro di Di Ma in Italia non ce l'ha nessuno. Poi per diventare davvero importanti servono anche altre cose. Ma avere il piede (e anche l'accelerazione) è un ottimo punto di partenza. Forza Fede!

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    1. Condivido, per l'ennesima volta ha dimostrato di avere davvero un piede sopraffino... Non solo su calcio piazzato ma anche sui cambi di gioco.
      Incredibile non parta titolare..

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    2. Si è unito alla Nazionale da pochi giorni. Ha saltato le prime tre perché era in Italia, mentre per gli ottavi era praticamente appena arrivato...

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    3. L'Empoli non lo aveva lasciato partire.

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  34. oggi Icardi si è allenato a parte nel ritiro dell'Argentina a causa dell'infortunio subito recentemente con l'Inter.
    chi diceva che quell'infortunio fosse finto, dovrebbe quanto meno ammettere oggi di aver detto una cazzata.

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    1. Ma no, Icardi si finge infortunato per coprire il precedente finto infortunio. E' così chiaro, lampante, solo i medici e gli allenatori di Inter ed Argentina non lo capiscono.... Eh già.

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    2. Nessuno ha parlato di finto infortunio. Io ho parlato di stranezza per cui quando non c era più da lottare per un traguardo personale o di squadra(classifica marcatori) per due anni di fila non ha giocato le ultime giornate...
      Di certo si è preservato.
      Come miranda credo...

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    3. Che poi il mio parere è che fosse un fastidio muscolare che si portava avanti da un po... Le sue prestazioni erano crollate in modo troppo evidente. Per me finché c era qualcosa in palio ha giocato non al meglio... Con europa league impossibile ha pensato a curarsi per poter poi andare in nazionale.

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    4. ....quindi c'era da fargli i complimenti...

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  35. Pepe sembrerebbe vicino al PSG. "Pericolo" scampato?

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    1. Sembra proprio di sì. Di due centrali forti noi abbiamo bisogno. Lui però non era una buona soluzione.

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    2. Io penso che di centrali nuovi ne arriveranno almeno tre (due se Spalletti deciderà di confermare Ranocchia e Miranda... ma non ne sono sicuro). Pepe non era una soluzione utile comunque. Questo mancato arrivo del portoghese farebbe pensare in ogni caso al fatto che potrebbero (dico potrebbero )non esserci affari con Mendes in ballo e che tipo James potrebbe finire a Parigi...

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    3. Questo non escluderebbe Di Maria che pare invece abbia cambiato procuratore (e questo spiega forse perché invece sia dato in partenza dal psg...).

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  36. Scrivo dopo un anno di inattività in cui ho sempre seguito appassionatamente il Blog, nonostante le amarezze sportive dalla scorsa annata. Oltre a Luciano, ringrazio a questo proposito Emiliano e chi altro contribuisce all'amministrazione del blog.

    Vista l'intervista di Spalletti. Pare essere un uomo dotato di una sostanziale dose di quid, caratteristica imprescindibile di un allenatore che siede sulla nostra panchina.

    La cosa che incuriosisce e che bene si evince dall'intervista di Sportitalia e dalle discussioni sulla più corretta interpretazione del loro significato è che il Toscano non si conforma totalmente ne alla categoria di coach filosofo ne a quelle di allenatore (let.) minimalista. Non sembra predicare un'idea di calcio assoluta fatta di moduli, principi e convinzioni astratte, ma di sapersi adattare al capitale umano e sportivo. D'altro canto, non sembra nemmeno un semplice selezionatore che inserisce chi vede più pronto a livello psicologico e fisico.

    Avendo parlato con qualche amico Romano, quello su cui mi interrogo è come si sposerà la sua tendenza al trascendente con il mondo schizofrenico neroazzurro. Mi sembra di capire che al Toscano piaccia a volte irretire, a volte provocare i giornalisti con un atteggiamento quasi ascetico. È da vedere se la cosa gioverà oppure no all'ambiente e a lui stesso.

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    1. Mi sa che sia l'unico aspetto su cui forse Luciano si sia soffermato meno che altri e che si riassume proprio nell'ultima battuta dell'intervista rilasciata da Spalletti e che riporto di seguito:

      Ultima domanda. Che è quella di cui ti avevo parlato all'inizio e di cui mi hai fatto cenno durante l'intervista.

      Ma se quest'anno non ci fossero state le conferenze stampa per te sarebbe andata meglio o peggio? Come allenatore intendo.

      Le conferenze stampa sono importanti. Perché si mandano dei segnali che poi lo spogliatoio assorbe e sono fondamentali. Poi la mia conferenza stampa, la prossima, sarà importantissima. Perché dirò a tutti che: 'Siamo in Champions!'

      Le conferenze stampa, dice, sono FONDAMENTALI perché mandano dei segnali che la squadra ASSORBE. Io penso che, se appoggiato dalla società e se riuscirà da subito a tenere in mano lo spogliatoio e con i tifosi (magari con una buona partenza), questo suo nel caso irretire e provocare i giornalisti potrebbe costituire una carica in più.

      Sicuro non arriva comunque a Milano come legato a Milan o Juventus. Il suo passato in giallorosso e come nostro principale competitor negli anni d'oro credo che dovrebbe garantirgli un certo rispetto e le sue liti con il Mancio (la battuta del fazzoletto...) e Mou (seru tituli...) appartengono a un passato troppo lontano... Potenzialmente si presenta come l'anti-Juve. Questo rispetto ad esempio a Conte costituisce un vantaggio. Non rispetto a Simeone, che sarebbe stato visto come una specie di eroe della patria... Spalletti probabilmente non ha questa stessa 'aura' (anche se secondo me non è inferiore come preparazione al Cholo) però non è neppure inviso e visto male dalla tifoseria come Mazzarri. Gli si riconosce sia di saper praticare un bel gioco che di essere diventato in qualche maniera efficace. Sicuro conteranno i risultati sin dal primo momento... Mentre per quanto riguarda il tempo che ci separa da qui all'inizio io penso che in questo momento la 'mannaia' pesi sul capo più di Sabatini e Ausilio. Ci aspettiamo tutti i botti.

      Qualcuno suggeriva Spalletti potesse essere annunciato oggi... ma a sto punto mi sa che la cosa sia rinviata. Sicuramente quel momento aprirà il nostro mercato. Poi da vedere quando ci sarà la presentazione. Sarebbe ideale farla dopo aver fatto un paio di colpi di mercato per far capire che c'è già un sentiero tracciato.

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  37. Un appunto su Bernardeschi. Ho vissuto per qualche anno a Firenze e ho visto varie partite dell'anno scorso e molte degli esordi con Montella. È da notare che al primo anno con Sousa giocava soprattutto tra centrocampo e attacco, posizionato quasi sempre a ridosso della linea laterale. Io sono convinto che il vantaggio di Bernardeschi rispetto a Berardi sia proprio costituito dalla sua duttilità ed intelligenza, e che possa giocare lontano dalla porta e forse anche imparare la fase difensiva. Nella stagione 2015-2016 si dava infatti il cambio col polacco. Detto questo, secondo me non è il giocatore che ti fa svoltare, non adesso perlomeno.

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    1. Anche secondo me Bernardeschi ha più duttilità e forse più 'stile' rispetto a Berardi, che però si distingue per più 'cattiveria agonistica'. Non vedo per bernardeschi un grande futuro come esterno d'attacco né di centrocampo però, mentre secondo me se irrobustito fisicamente dato il passo, potrebbe diventare un forte trequartista. In questo senso l'idea di vedere i due assieme in squadra da una parte mi stuzzica. Ma comunque questo è solo un pensiero tra i tanti scenari possibili...

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    2. In definitiva secondo me non sarebbe male uno scenario così dipinto:
      Berardi, Bernardeschi, Perisic
      Icardi (O chi per lui, se non ritenuto idoneo dal mister o se serve per fare cassa. Ndr. Si sa che ho un debole per Belotti.)

      Sicuramente sarebbe un attacco molto giovane e con giocatori che non hanno mai giocato su grandi palcoscenici ma se la rosa degli attaccanti sarà ampia e prevederà almeno un paio di alternative di pari livello ci siamo sicuro per fareuna cosa lunga di 38 partite...

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    3. Arrivasse Nainggolan, per dire, Bernardeschi potrebbe essere una alternativa sia a lui che a Berardi... Così come Joao potrebbe essere una alternativa sull'esterno a perisic (che può giocare anche a destra...).

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    4. Magari, Emiliano. Al momento è più probabile che arrivi uno solo tra i due e che Perisic vada via.

      Io continuo a preferire Bernardeschi, comunque... ho visto non tante partite di Berardi e quelle volte non mi ha fatto una grande impressione. Forse è poco appariscente e più concreto e non sono stato capace di cogliere i suoi punti di forza.

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  38. Posso dire l'ultima su juve-Real Madrid ?
    Ma quanto è stato "simpattico" vedere Cuadrado cacciato, a torto a mio avviso, dopo il confronto col super bullo andaluso ? Quando un simulatore con la pistola incontra un simulatore col fucile ... (quasi cit.)

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  39. Ma se berardi e Bernardeschi nn fanno la differenza con fiorentina e sassuolo... perché pensiamo possano farla da noi? Non sono migliori di ljaic..

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    1. Però avere uno dei due da alternare a Candreva, con il resto della squadra complessivamente rafforzata non è male, non potendo arrivare a Sanchez o chi per lui.

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  40. A noi servono giocatori che i portino dall'8 posto ai primi 4. Berardi e Bernardeschi nn lo sono

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  41. Formazioni ufficiali Inter-Chievo.

    INTER: 1 Di Gregorio; 13 Mattioli, 5 Gravillon, 6 Vanheusden, 3 Cagnano; 8 Emmers, 4 Carraro, 22 Rivas; 18 Rover, 9 Pinamonti, 25 Souare. A disposizione: 12 Mangano, 2 Valietti, 7 Bakayoko, 10 Danso, 11 Belkeir, 14 Awua, 15 Nolan, 17 Butic, 19 Lombardoni, 21 Dekic, 23 Sala, 24 Putzolu Allenatore: Stefano Vecchi

    CHIEVO VERONA: 1 Confente, 2 Carminati, 3 Oprut, 4 Sbampato, 5 Danieli, 6 Pogliano, 8 Depaoli, 9 Isufaj, 10 Vignato, 11 Kiyine, 27 Rabbas. A disposizione: 12 Anderloni, 22 Pavoni, 7 Polo, 14 Pozzoni, 17 Ngissah, 18 Franchini, 20 Ebui, 21 Cataldi, 23 Imiolek, 26 Bertagnoli, 28 Kaleba, 30 Bran. Allenatore: Lorenzo D'Anna

    ARBITRO: Davide MASSA
    ASSISTENTI: Meli, Giallatini

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  42. In attesa di Inter-Chievo ho visto un servizio, su sportitalia, sulla nazionale under20, in cui sono riusciti a NON nominare Di Marco sia sul secondo che sul terzo gol. Impagabili...io sarò complottista...ma forse sono solo incapaci.

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    1. non hanno detto chi ha calciato la punizione? avrebbero potuto dire il terzino ex empolese ...

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  43. QUalcuno conosce un sito dove posso vedere in streaming la partita della primavera? Grazie

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    1. Prova: www.tvdream.net/web-tv/sportitalia-in-streaming/
      Credo sia richiesta una registrazione.

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  44. su sportitalia canale 60 del digitale terrestre . è in diretta

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  45. Ma com'è che pure il Chievo Verona riesce a fare un palleggio più significativo della nostra Primavera? Nella prossima stagione speriamo di avere una Primavera con ben altre doti tecniche, non si può vivere solo sui piazzati e lancazzi di 60 metri.

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  46. Meglio loro nel primo tempo. SAlmeno quattro dei nostri hanno mostrato i loro limiti, persino a livello di categoria. Se non cambia l'inerzia della gara la vedo molto dura

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    1. Luciano, se posso, quali sono i 4 di cui parli?

      Ipotizzo: Cagnano, Carraro, Rover, Souare?

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  47. Primo tempo della primavera terminato in parità con pareggio del Chievo dopo la rete di Zinho Vanheusden. Il Chievo riesce con l'organizzazione a equilibrare la superiorità individuale dell'Inter. Paartita non facile da portare a casa.

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  48. Ma ci sarà qualcuno della società Inter che si chieda come riesce ogni anno il Chievo ad essere sempre competitivo a livello giovanile pur spendendo sicuramente molto meno dei nerazzurri? Forse basterebbe copiarli.Della partita primavera ora in diretta mi chiedo ma come si può che l'impostazione del gioco parta sempre dal lancio lungo di Gravillon visto la velocità stratosferica di Carraro?
    Così facendo non invidio Pinamonti

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  49. Purtroppo a me sembra una squadra molto scarsa tecnicamente

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    1. Ed Emmers non ti piace? Un mastino ovunque con anche tecnica e dribbling. Sta facendo la differenza.

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    2. Concordo con te Emmers è uno dei pochi che mi piace

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  50. Vittoria sofferta e con un gioco non entusiasmante. Certo le giovanili dell'Inter hanno dei risultati migliori rispetto alla prima squadra. Pinamonti si è distinto per un grande lavoro a favore della squadra: difesa della palla e falli subiti per permettere ai compagni di risalire. Ora la semifinale tra la vincente di Lazio-Roma.

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  51. Vinto con sofferenza ma vinto.Bravissimi Emmers in primis poi Pinamonti anche se non ha segnato,Rivarolo e Zinho.Questi sono gli unici che secondo me potranno fare il professionista a ottimi livelli.

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    1. Concordo su tutti i nomi da te fatti, ma lascerei almeno anche un punto interrogativo su Gravi.

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    2. Ok lasciamo un punto interrogativo

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  52. MILANO - Dopo il trionfo di aprile al Mundialito, gli Esordienti nerazzurri festeggiano un altro importante successo internazionale salendo sul tetto della XXVI Europe Cup U12 - Memorial Sergio Castelletti, svoltosi in Toscana durante il ponte del 2 giugno sui campi di Sesto Fiorentino e zone limitrofe.

    I ragazzi di Fabio Sacco hanno conquistato l'accesso alla finalissima grazie ad un percorso senza macchie, iniziato con la vittoria per 3-0 nel match d'esordio contro la Sestese, battuta 3-0. Dopo aver superato anche il Livorno con un netto 4-0, l'Inter classe 2005 ha poi eliminato la formazione croata dell'Hajduk Spalato in semifinale (1-0) e, nell'ultimo atto della competizione, si è imposta per 2-1 sui pari età tedeschi del Borussia Monchengladbach, grazie alle reti di Esposito e Owusu.

    L'Under 12 nerazzurra ha inoltre ricevuto due ulteriori soddisfazioni: il premio di squadra per il miglior gioco espresso ed il riconoscimento individuale a Di Maggio come miglior giocatore.

    Tante le formazioni di prestigio coinvolte nella rassegna, come Chelsea, Fiorentina, Prato, Wacker Innsbruck (Austria), Honved (Ungheria), Luceafarul Drobeta (Romania) ed Empoli

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  53. Forse qualcuno ricorderà che avevo parlato tempo fa di Di maggio, come per i 2006, sempre tempo fa avevo parlato di Poropat (Giancarlo mi è testimone...)

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    1. Certo io ti sono testimone.Ormai tu sei il massimo esperto Nerazzurro di settore giovanile .
      Sei inesperto in Finali Champion dei ladri (è già la seconda volta che sbagli pronostico)

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    2. Ricordo benissimo di Poropat. Impossibile dimenticare un cognome così.

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  54. Voi per la semifinale primavera preferireste lazio o roma?

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  55. Ancora una volta il calcio ha sconfitto la poesia.
    Abbiamo giocato male, con qualche individualità modesta e qualcuno importante sotto tono.
    Loro l'hanno messa sul ritmo e sul possesso palla (se non sbaglio 40-60 al termine del primo tempo). Poi a conferma del fatto che pressing alto e possesso palla sono faticosi, nel secondo tempo i loro ritmi sono calati di molto e hanno incominciato a sbagliare.
    Noi non eravamo in giornata e ne abbiamo approfittato poco. Una ventina di minuti scarsi, poi il colpo del singolo.
    Il Chievo tutti gli anni è competitivo, ma io non vorrei imitarli. Nel senso che fra 10 anni non vorrei avere il loro curriculum dell'ultimo decennio.
    Intnato su 5 squadre che disputano campionati nazionali una è in finale, tre sono alle semifinali e solo una non ci è arrivata, per un punto nella regular season, dove ha sprecato molto.
    Anche se non vincessimo nulla, il trionfo della scuola è sicuro (nelle aprtite secche sappiamo che succede di tutto).

    A scanso di equivoci sono rimasto deluso dalla prestazione di oggi, mi aspettavo di più, pur contro una squadra tignosa, ben messa e di gran ritmo.
    ma se quando giochi male vai avanti puoi solo sperare di migliorare il gioco (non a discapito dei risultati)
    Anche loro hanno messo dentro dall'inizio o poi, 5-6 neri di grande fisicità, come dicono facciamo noi. Solo che i nostri si chiamano Rivas, Bakayoko Souare e sanno anche giocare a calcio.
    Loro hanno un paio di italiani bravi, che alla distanza sono scomparsi, tanto che li hanno sostituiti

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  56. Gabriele: non parlo mai dei singoli che non mi piacciono, ovviamente se si tratta di elementi giovani.

    Di gregorio Il "mio" DiGre ha fatto bene. Sul gol non ha colpa, sul palo ci sono state ben due deviazioni. Sempre sicuro

    Mattio: un errore importante nel primo tempo, ottimo nella spinta (ha messo diversi cross interessanti). nel finale era stremato
    Gravi: un baluardo, soprattutto nelle mischie provocate dai clivensi nel finale. Un fallo inutile, nella loro metà campo con un cartellino che potrebbe pesare in seguito
    Zinho: è il difensore che sa uscire con più eleganza, giocando la palla. Tecnicamente molto forte, mi sembra che subisca sulle palle alte i colossi travolgenti
    Cagnano: inizia con parecchia difficoltà, anche perché Souare lo aiuta poco. Sul tunnel da cui nasce il gol è sfortunato. Qualche appoggio sbagliato di troppo

    Emmers: uno dei più positivi per grinta contrasto e ritmo. Però a me piacciono i centrocampisti che giocano a due tocchi, lui sembra una punta da come si intestardisce nell'azione individuale
    Carraro: fa molta fatica quando i ritmi sono alti. esce di prepotenza nel secondo tempo quando infuria la battaglia e conta "il peso"
    Rivas: non è in condizione e si vede, quasi l'ombra del Rivas migliore. Ma i colpi ce li ha e uno gli è riuscito

    Rover: il mio "Land" un po' ha tradito. Non sul piano della lotta, ma perché non è riuscito mai a rendersi pericoloso
    Pinamonti: anche lui non si è mai reso pericoloso, ma lui ha lavorato perché si rendessero pericolosi i due esterni e il centrocampista che si inseriva. Grande sostanza e alcuni controlli da applausi

    Souare: si è confermato giocatore rapido, bellino, ma poco incisivo, almeno contro le squadre forti e organizzate.

    Baka: qualche spunto dei suoi e un'eccessiva insistenza nell'azione personale, anch'essa tipica
    Valie: entra in un momento delicato con grande personalità. vai Valie!

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  57. Chissà se qualcuno che legge questo blogg è in grado di dirci le cifre spese dall'Inter e dal Chievo per poter fare un analisi.
    Personalmente e so che non sarà d'accordo Luciano mi piace vedere giocare bene perche' sono convinto che se hai un gioco e hai la possibilità economica di fare acquisti che altre squadre non hanno,tipo Chievo,alla fine otterrai risultati che accontentano anche quelli che amano il bel calcio

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    1. Mi sono sempre chiesto cosa voglia dire "bel calcio"..

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    2. bel calcio significa saper fare tre passaggi di fila, stoppare il pallone ,giocare uno per gli altri,visto che si e' una squadra, e tante altre cose che naturalmente devono aiutare a vincere.Anche se si gioca bene puo' succedere che non si vince ma il piu' delle volte chi sa giocare arriva alla vittoria.Se vale pero' solo il motto l'importante e' vincere mi arrendo

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    3. L'ho riletto più volte, ma proprio non capisco il significato di quello che vuoi dire.

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    4. Ci sono state partite bellissime dell'Inter e altre giocate meno bene, nel senso che per vari motivi la presione era più forte l'avevrsario in gran giornata ecc e si sbagliava di più, spesso si lanciava via il pallone in difesa. Sono d'accordo che fare passaggi giusti è meglio che...sbagliarli.
      Tutte le squadre a volte giocano bene e a volte male. Le squadre forti anche quando giocano male vincono quasi sempre. perché a calcio si gioca PER VINCERE.
      Se il Chievo gioca bene e l'Inter gioca male, ma vince l'inter e la corsa del Chievo si ferma, chiediamoci perché. E chiediamoci cosa sarebbe successo se il Chievo avesse avuto una brutta giornata e noi una stupenda.
      Ripeto solo la frase del vate di Setubal: nel calcio è pieno di poeti. ma i poeti non vincono i campionati.
      Con ciò anch'io oggi avrei preferito vedere un'inter in cui l'efficacia si univa all'aspetto estetico. In mancanza, preferisco aver vinto che perso

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    5. Penso che come bel calcio si possa intendere l'insieme di movimenti e di gestione del pallone che portano ad ottenere il maggior numero possibile di azioni pericolose e di soluzioni offensive.

      Si può vincere anche subendo 30 tiri e segnando su contropiede. Questo non è esprimere bel calcio, ma essere cinici e probabilmente anche fortunati.
      Si può anche esprimere un bel calcio con una formazione difensiva, quando però le ripartenze sono frequenti e sempre pericolose.
      Una partita con poche occasioni da gol, può essre una partita giocata bene difensivamente ma non una partita di bel calcio..in quanto lo scopo primario del gioco è il buttare la palla in rete

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  58. Temo proprio che il Chievo non abbia speso molto meno di noi
    Tra i titolari: Di gregorio Mattioli Cagnano Pinamonti dal vivaio. Gravillon e Baka poche lire da una squadra di dilettanti francesi a 15 anni, Zinho e Emmers premio fifa (o uefa, non so) di valorizzazione, Carraro dal Padova fallito Souare prestito, Rover da squadra associata. Forse solo Rivas è costato, ma non ne sono certo (potremmo averlo preso noi e prestato al Prato)

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    1. C'era Awua, 2 milioni di pagherò. il fatto che non verranno pagati ci parla della bontà dell'investimento (?)

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    2. Ma se non verranno pagati che investimento è stato?
      dai su, smettiamola con queste cose. Guardiamo la sostanza. I giocatori li sbagliano tutti. L'Inter ha speso poco ed è in semifinale.
      E poi, perché non parliamo dei soldi presi per quelli che di volta in volta abbiamo ceduto?
      Va bene essere critici, ma ipermasochisti no, dai

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    3. Possiamo parlare anche di quello. Duncan venduto per 2 spicci ha decuplicato il suo valore, idem Benassi. Poi certo ci sono i casi come Fossati, ma lì c'era sotto anche il giro con Mancini (il giocatore, non l'allenatore). Un altro venduto bene è Bonazzoli, ma prometteva anche bene, al punto che c'era chi criticava fortemente la proprietà per la sua cessione. In ogni caso, e in tutta umiltà, io tutta sta maestria nel vendere non la vedo, e trovo in generale rivedibile tutta la trafila in uscita dalla primavera (vedi di marco che ha giocato poco, bardi che si è deprezzato, ecc.)

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    4. Ma di che cosa parliamo? delle plusvalenze realizzate dal lavoro del settore giovanile, oppure degli (eventuali) errori dei dirigenti di prima squadra?

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    5. Secondo me, e cerco di chiarire il mio pensiero, c'è un "errore" da entrambe le parti. Mi spiego: in molti casi i giovani che vengono venduti dall'inter, almeno quelli più interessanti, non hanno completato il percorso di formazione. Si verificano due possibilità: il giovane viene venduto prima dell'eventuale affermazione come buon professionista, a un prezzo inferiore a quello di mercato. Oppure, le scelte per affermare il giovane nel professionismo non vengono azzeccate ed il valore economico, da basso che era, si azzera o quasi. In entrambi i casi mi pare ci sia un problema, poi di chi sia la colpa non mi importa più di tanto.

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  59. Secondo me fare un calcolo diretto come quello proposto da revil, quindi un confronto, senza esserci dentro e conoscerne ogni aspetto, è impossibile. Il costo eventuale per assicurarsi un giocatore è secondo me l'aspetto meno influente e costoso di tutti.

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  60. Chissà se qualcuno che legge questo blogg è in grado di dirci le cifre spese dall'Inter e dal Chievo per poter fare un analisi.
    Personalmente e so che non sarà d'accordo Luciano mi piace vedere giocare bene perche' sono convinto che se hai un gioco e hai la possibilità economica di fare acquisti che altre squadre non hanno,tipo Chievo,alla fine otterrai risultati che accontentano anche quelli che amano il bel calcio

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  61. Ci sono state partite bellissime dell'Inter e altre giocate meno bene, nel senso che per vari motivi la presione era più forte l'avevrsario in gran giornata ecc e si sbagliava di più, spesso si lanciava via il pallone in difesa. Sono d'accordo che fare passaggi giusti è meglio che...sbagliarli.
    Tutte le squadre a volte giocano bene e a volte male. Le squadre forti anche quando giocano male vincono quasi sempre. perché a calcio si gioca PER VINCERE.
    Se il Chievo gioca bene e l'Inter gioca male, ma vince l'inter e la corsa del Chievo si ferma, chiediamoci perché. E chiediamoci cosa sarebbe successo se il Chievo avesse avuto una brutta giornata e noi una stupenda.
    Ripeto solo la frase del vate di Setubal: nel calcio è pieno di poeti. ma i poeti non vincono i campionati.
    Con ciò anch'io oggi avrei preferito vedere un'inter in cui l'efficacia si univa all'aspetto estetico. In mancanza, preferisco aver vinto che perso

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  62. Semifinale Inter-Roma. Roma che batte 5-0 la Lazio.

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    1. Prenderemo altri fichi da tumminello? Omonimo di un mio caro compagno di classe?

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  63. Temo di si. I nostri difensori soffrono molto il romanista e anche l'esterno sinistro, non ricordo il nome

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    1. Dipende da quanto gli permetteranno di "alzare i gomiti"...

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  64. C'è da dire che mi trovo abbastanza d'accordo con chi esprime dei dubbi sulle qualità di gioco della nostra primavera.
    A mio modo di vedere si è cercato di massimizzare i profitti puntando sui nostri punti forti (giustamente!), Ovvero Pinamonti come uomo che fa da solo reparto (ieri splendida partita la sua per intensità ed abnegazione oltre alla solita intelligenza calcistica), per sfruttare la velocità dei nostri esterni alti o qualche calcio piazzato.
    C è da dire che forse il nostro settore meno forte è proprio in mezzo al campo e negli esterni bassi , dove riusciamo poco a far girare la palla con qualità, ed andiamo in difficoltà se pressati.
    In più i nostri funamboli sono spesso troppo egoisti e cercano poco la coralità...questo incide ulteriormente sulla ricerca di trame fi gioco qualitative.
    Gli uomini sono questi, cerchiamo di ottenere il più possibile. Con la roma mi aspetti squadra bassa e contropiede sfruttando le spizzate del pina e la rapidità di rivas e baka o chi per lui.
    Forza ragazzi

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  65. In generale non mi piacciono i difensori olandesi. Poi può esserci l'eccezione

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    1. Non convincono neanche me francamente. Tete comunque è un giocatore di Raiola. A me sembra più interessante l'altro... ma comunque conosco poco entrambi.

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  66. I dubbi sulla qualità del gioco della nostra Primavera li abbiamo tutti.
    Il problema non è questo. Quando avevamo Palazzi e Gnokou in mezzo, Di Marco terzino, Camara Bonazzoli e Puscas davanti la qualità del gioco era leggermente...migliore. Il problema è un altro. Con i giocatori che abbiamo era meglio giocare ...Allegri e perdere magari 4-1?
    Oppure non arrivare neppure alle finali?
    L'allenatore è diverso dal tifoso e dal giornalista anche perché conosce gli uomini a fondo e pratica il gioco che è possibile con quegli uomini.
    Se poi riesce ad arrivare in fondo pur senza avere dei top, tanto di cappello.
    Il centro campo è effettivamente un punto debole e anche per questo si cerca di saltarlo. Io, se stesse bene, riesumerei Awua che almeno ha ritmo e intensità e metterei Rivas ala. Rivas può aiutare in mezzo e nello stesso tempo attaccare la fascia. Soprattutto se la condizione fisica migliorerà.
    Con Rivas ala il 433 diventerebbe facilmente un 442, considerando che anche Emmers sa allargarsi in fascia

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    1. Sono d'accordo, stiamo cercando di ottenere il massimo per gli uomini che abbiamo.
      Anche io riproporrei awua.. che mi sembra il migliore come tempi di gioco e rapidità nel recupero palla.

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  67. Posso dire l'ultima su juve-Real Madrid ?
    Ma quanto è stato "simpattico" vedere Cuadrado cacciato, a torto a mio avviso, dopo il confronto col super bullo andaluso ? Quando un simulatore con la pistola incontra un simulatore col fucile ... (quasi cit.)

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  68. Intanto la gds parla di un interessamento per Marchizza...

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  69. I Giovanissimi Regionali B di Mister Sala vincono, nel weekend appena trascorso, il Torneo Nazionale Città di Zola Predosa, riservato alla categoria 2004 battendo in finale il Parma (1-0).
    In semifinale battuto 5-0 il Bologna e nelle qualificazioni, fra le altre, il Carpi (1-0).
    Zero gol subiti dai ns ragazzi.
    Simone Bonavita premiato come miglior giocatore del torneo.

    Sabato sera 10 giugno ore 18:00 a Garbagnate Milanese, qualificazioni del torneo internazionale "Memorial Marovelli"; in campo alle 18:00 i Giovanissimi Regionali B vs i pari età del Torino.
    Il torneo vede la partecipazione di:
    Siviglia, Roma, Accademia Como, Como, Renate, Cremonese, Valencia, Atalanta, Inter, Milan, Novara e Torino.

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  70. Eviterei di associare l'abilità nel fare tre passaggi di fila palla a terra con la mera esteticità. Tutti preferiscono la vittoria alla prestazione ma il discorso da fare è un altro: Come si è arrivati al punto che la Primavera dell'Internazionale dopo 15 anni di scuola calcio e settore giovanile debba trascorrore un intero campionato a lanciare con Grawillon perchè incapace di imbastire un gioco più sofisticato? Ed è gia il secondo anno consecutivo che succede. Spero che i dirigenti del SG nerazzurro stiano lavorando per incrementare la qualità del calciatore medio prodotto e che ad oggi non è altissima.

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    1. Non sempre concordo con ZiemeluBarri,ma su questo sono sostanzialmente in sintonia con lui.
      Lo avevo scritto nei mesi scorsi...non capisco come possano giocare nella Primavera dell'Inter certi giocatori che con tutto l'affetto per loro ,non sembrano avere futuro a certi livelli. Naturalmente questo è il parere di un semplice tifoso e prendetelo come tale...
      Danso ,per dire ,che futuro ha...e Carraro ?stilisticamente bello da vedere,ma il ritmo ed il passo non sono certo all'altezza della situazione

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  71. Praticamente ugficiale Spalletti. Benvenuto Mister.

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  72. Si è spento il grande Giuliano Sarti.

    Una leggenda per i nostri colori.

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  73. Sarti, Burgnich, Facchetti...

    Una formazione diventata una filastrocca da ripetere ai bambini prima di addormentarsi... Credo non ci siano paragoni in Italia.
    Non Ti ho mai visto giocare, Giuliano, ma hai comunque significato molto nella mia formaziome da Interista.

    Nell'Ajax Bergkamp si occupa dell'affinamento tecnico degli attaccanti; jonk si occupa dei centrocampisti.

    All'Inter esistono ruolo e personaggi simili?
    Io coinvolgerei Baggio...

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  74. Per mantenere una certa velocità nella lettura e scrittura dei commenti ho pubblicato un post diciamo di servizio, proseguiamo le discussioni sulla primavera e le final eight, spalletti e il nostro cordoglio per il grande sarti di là: http://fratellidelmondo.blogspot.it/2017/06/nanchino-jiangsu-cina-nasce-linter.html

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